Pino Macrì, autore di splendide monografie di rilevanza storica, esordisce nella narrativa con il romanzo: “il violino di Charlie”, tenero e quanto mai intenso cammeo sul tema dell’emigrazione, narra di un ragazzino di nove anni (Carlo) e di una ragazzina albanese (Elisa). I due viaggiano sulla stessa nave per andare in America. Carlo, accompagnato dalla madre Caterina, va a raggiungere il padre partito quando era molto piccolo. Il romanzo di Pino Macrì aggiunge, nella narrativa calabrese, pezzi importanti di storia sull’emigrazione. Elisa, rincontra nuovamente Carlo dopo molti anni ma è una persona molto diversa, Carlo deciderà di aiutarla. Dopo aver perduto il padre, Carlo rientrerà al paese natio per volontà di sua madre, e, ritornerà ancora in seguito come musicista dell’esercito angloamericano. Un intreccio e una storia che appassiona un romanzo che è anche una storia vera. Un romanzo che mi è piaciuto molto e che avrebbe sicuramente fatto la sua bella figura presentato in una vetrina nazionale accanto a romanzi già affermati. Un fiore all’occhiello per l’autore e davvero un bel colpo per il suo editore.
“Il violino di Charlie” Laruffa editore (2021)
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