Non ho mai comprato un libro
perché qualcuno mi ha detto: è un bel
libro. E’ sempre successo per caso o perché
conoscendo l’autore ne gradisco lo stile e il linguaggio. Ho sempre evitato di
leggere racconti che trattino di guerre o armi (e a me piace molto scrivere
anche gialli). Ma quel pomeriggio in macchina con Nicola è bastata una sua frase a suscitare il mio
interesse: “…Lui è una persona eccezionale, ti trascina”. Il libro in questione
“Cuore di rondine” credo di averlo intravisto in libreria ma poi al momento
dell’acquisto non ho trovato nemmeno una copia e l’ho ordinato. La consegna è
stata velocissima e altrettanto veloce è stata la lettura. Chi mi conosce sa
che a distanza di tempo un libro lo leggo più volte. La copertina non mi è
stata di grande aiuto, credevo di trovarci dentro, storie di guerra, o pagine
romanzate – alla Rambo, per intenderci - per accentrare l’interesse del
lettore. Non avevo mai sentito parlare dell’autore. Insomma non mi
aspettavo nulla di buono. Ma Nicola è
Nicola e sapevo che non mi avrebbe mai tirato un bidone. Mi porto a casa il
libro e apro la prima pagina. Si, parla di soldati, ma non solo sotto il
profilo militare, è un diario, del Comandante Alfa, non lo avevo mai sentito
nominare, ma credo che non lo
dimenticherò più. Un diario dicevo che ripercorre tutti i giorni importanti
della sua vita. Il Comandante Alfa é un militare che apre il suo animo e spiega
nei vari episodi chi sono i GIS e lo fa nel modo più naturale possibile,
mettendo sulla carta i suoi sentimenti e le sue paure. La sua nostalgia per i
mesi passati lontano dai suoi familiari ma anche dei successi ottenuti senza
spargimento di sangue. Parla con tenerezza
di Patrizia Tacchella e di come è avvenuta la sua liberazione, delle
missioni in Iraq e dei compagni perduti. Della sabbia del deserto. Dei momenti
in cui la paura poteva lasciar posto alla disperazione ma anche di come è
riuscito a dominarle entrambe. E vi assicuro che quanto ascoltate in
televisione, nei vari TG, non ha nulla a che vedere con chi in Iraq ci ha
sputato l’anima. Ancora tenerezza nella lettera che la moglie gli consegna con
la promessa di leggerla solo la notte di capodanno del 2005, dopo la mezzanotte.
Il suo rapporto con Jalaal, un bambino rimasto orfano, le ore interminabili per
la preparazione di un’operazione. Il ricordo di suo nonno, di suo padre e di
sua madre, della sua terra e di come è riuscito a non cedere ad una vita facile
ma sicuramente non onesta. “…Nessuno nasce delinquente, ma spesso è facile
dirigersi e lasciarsi trascinare verso un percorso da cui poi diventa arduo se
non impossibile, allontanarsi.” E ancora “…Restando in Sicilia, con tutte le
difficoltà per trovare un lavoro e con un carattere forte e irruente come il
mio, avrei corso il rischio di non trovare la mia strada.” E’ giusto e
sacrosanto riconoscere ai reparti speciali Italiani la professionalità e lo
spirito di sacrificio che meritano. E’ una storia davvero avvincente, che vi devo dire, questa volta non riesco a
scrivere una recensione prettamente tecnica, perché alla fine del libro mi
sembra quasi che il Comandante Alfa sia un amico di vecchia data, anche se non
lo conosco, sicuramente anche per il lavoro ben fatto da Stefania Piumarta che
si è dedicata con professionalità alla stesura del libro. Cosa che ha deposto
da subito a favore del Comandante Alfa è che è siciliano (lo dice nel libro) e
la Sicilia è un pezzetto di Italia a cui sono molto affezionato. Certo non è un
libro da leggere a cuor leggero, sono momenti di vita vissuta e i sacrifici e
lo spirito di abnegazione meritano il rispetto di un’attenta lettura. Altri due
stralci, perdonatemi ma il libro ha più di duecentottanta pagine e c’è di che
leggere. Dicevo dunque altri due stralci che mi hanno colpito: “…Ci sono
momenti che sono belli proprio perché
non ci ostiniamo a cercare risposte. Diventano intensi e veri solo se siamo in
grado di viverli esattamente per quello che sono, senza pretendere altro.” E
ancora “…Incontriamo le persone quando siamo pronti a riceverne lo sguardo e a
condividerne il pensiero, anche se poi, per alcune di loro, maledirai il giorno
in cui ti sei fidato, mentre altre diventeranno parte della tua vita e
seguiranno per sempre la tua strada. al Comandante Alfa dico che ha fatto della
sua vita qualcosa di straordinario di cui andare fiero. Molti dopo aver letto
il libro vorranno far parte dei GIS (ovviamente non il sottoscritto, visto che
mi avvio ad oltrepassare il 60° anno), per come la vedo io il GIS è fatto per
tutti, ma non tutti sono fatti per il GIS. Al Comandante Alfa posso solo dire che ancora una volta ha
svolto un eccellente lavoro, che richiede, purtroppo per lui, di sviluppare in
un secondo libro quanto ancora ha da dire. Ha tracciato una strada per molti
giovani, curando di sensibilizzarli attraverso il racconto e sviluppando l’amor
patrio e l’entusiasmo sopito. Buon lavoro e Buona fortuna “Cigno” a te e ai
tuoi uomini.
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