martedì 5 luglio 2016

CUORE DI RONDINE


Non ho mai comprato un libro perché qualcuno mi ha detto:  è un bel libro. E’ sempre successo per caso o  perché conoscendo l’autore ne gradisco lo stile e il linguaggio. Ho sempre evitato di leggere racconti che trattino di guerre o armi (e a me piace molto scrivere anche gialli). Ma quel pomeriggio in macchina con Nicola  è bastata una sua frase a suscitare il mio interesse: “…Lui è una persona eccezionale, ti trascina”. Il libro in questione “Cuore di rondine” credo di averlo intravisto in libreria ma poi al momento dell’acquisto non ho trovato nemmeno una copia e l’ho ordinato. La consegna è stata velocissima e altrettanto veloce è stata la lettura. Chi mi conosce sa che a distanza di tempo un libro lo leggo più volte. La copertina non mi è stata di grande aiuto, credevo di trovarci dentro, storie di guerra, o pagine romanzate – alla Rambo, per intenderci - per accentrare l’interesse del lettore. Non avevo mai sentito parlare dell’autore. Insomma non mi aspettavo  nulla di buono. Ma Nicola è Nicola e sapevo che non mi avrebbe mai tirato un bidone. Mi porto a casa il libro e apro la prima pagina. Si, parla di soldati, ma non solo sotto il profilo militare, è un diario, del Comandante Alfa, non lo avevo mai sentito nominare, ma  credo che non lo dimenticherò più. Un diario dicevo che ripercorre tutti i giorni importanti della sua vita. Il Comandante Alfa é un militare che apre il suo animo e spiega nei vari episodi chi sono i GIS e lo fa nel modo più naturale possibile, mettendo sulla carta i suoi sentimenti e le sue paure. La sua nostalgia per i mesi passati lontano dai suoi familiari ma anche dei successi ottenuti senza spargimento di sangue. Parla con tenerezza  di Patrizia Tacchella e di come è avvenuta la sua liberazione, delle missioni in Iraq e dei compagni perduti. Della sabbia del deserto. Dei momenti in cui la paura poteva lasciar posto alla disperazione ma anche di come è riuscito a dominarle entrambe. E vi assicuro che quanto ascoltate in televisione, nei vari TG, non ha nulla a che vedere con chi in Iraq ci ha sputato l’anima. Ancora tenerezza nella lettera che la moglie gli consegna con la promessa di leggerla solo la notte di capodanno del 2005, dopo la mezzanotte. Il suo rapporto con Jalaal, un bambino rimasto orfano, le ore interminabili per la preparazione di un’operazione. Il ricordo di suo nonno, di suo padre e di sua madre, della sua terra e di come è riuscito a non cedere ad una vita facile ma sicuramente non onesta. “…Nessuno nasce delinquente, ma spesso è facile dirigersi e lasciarsi trascinare verso un percorso da cui poi diventa arduo se non impossibile, allontanarsi.” E ancora “…Restando in Sicilia, con tutte le difficoltà per trovare un lavoro e con un carattere forte e irruente come il mio, avrei corso il rischio di non trovare la mia strada.” E’ giusto e sacrosanto riconoscere ai reparti speciali Italiani la professionalità e lo spirito di sacrificio che meritano. E’ una storia davvero avvincente,  che vi devo dire, questa volta non riesco a scrivere una recensione prettamente tecnica, perché alla fine del libro mi sembra quasi che il Comandante Alfa sia un amico di vecchia data, anche se non lo conosco, sicuramente anche per il lavoro ben fatto da Stefania Piumarta che si è dedicata con professionalità alla stesura del libro. Cosa che ha deposto da subito a favore del Comandante Alfa è che è siciliano (lo dice nel libro) e la Sicilia è un pezzetto di Italia a cui sono molto affezionato. Certo non è un libro da leggere a cuor leggero, sono momenti di vita vissuta e i sacrifici e lo spirito di abnegazione meritano il rispetto di un’attenta lettura. Altri due stralci, perdonatemi ma il libro ha più di duecentottanta pagine e c’è di che leggere. Dicevo dunque altri due stralci che mi hanno colpito: “…Ci sono momenti che sono  belli proprio perché non ci ostiniamo a cercare risposte. Diventano intensi e veri solo se siamo in grado di viverli esattamente per quello che sono, senza pretendere altro.” E ancora “…Incontriamo le persone quando siamo pronti a riceverne lo sguardo e a condividerne il pensiero, anche se poi, per alcune di loro, maledirai il giorno in cui ti sei fidato, mentre altre diventeranno parte della tua vita e seguiranno per sempre la tua strada. al Comandante Alfa dico che ha fatto della sua vita qualcosa di straordinario di cui andare fiero. Molti dopo aver letto il libro vorranno far parte dei GIS (ovviamente non il sottoscritto, visto che mi avvio ad oltrepassare il 60° anno), per come la vedo io il GIS è fatto per tutti, ma non tutti sono fatti per il GIS. Al Comandante Alfa  posso solo dire che ancora una volta ha svolto un eccellente lavoro, che richiede, purtroppo per lui, di sviluppare in un secondo libro quanto ancora ha da dire. Ha tracciato una strada per molti giovani, curando di sensibilizzarli attraverso il racconto e sviluppando l’amor patrio e l’entusiasmo sopito. Buon lavoro e Buona fortuna “Cigno” a te e ai tuoi uomini.

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