Pino Macrì non è nuovo a indagini come questa, ricordo che
il suo primo “super” libro “Mari di Carta – la storia di Domenico Vigliarolo,
un cartografo Italiano alla Corte del Re di Spagna” edito da Rubettino in una
curatissima edizione, che ancora vende moltissime copie, è un documento per cui
Pino Macrì ha svolto indagini In varie nazioni presso musei e università. Altro
studio e altro libro: “La sentinella perduta” dove ha battezzato il celebre
codice Romano-Carratelli. Poi il ritrovamento di 21 disegni inediti, che dopo
attento studio risultarono essere degli inediti di Edward Lear, presso la
Harward University. Altri libri e convegni, che non sto qui ad elencare, curati
con la d.ssa Simonetta Conti. Insomma ogni volta che parte con un nuovo libro
sembra un novello Indiana Jones. Ha detto mio nipote: “come Dylan Dog è
l’indagatore dell’incubo, così Pino Macrì è l’indagatore della storia”. Ma di
cosa parla questo nuovo libro? Non è un thriller ma un giallo su cui indagare
si. È in pratica un’inchiesta che cerca di fare ordine e chiarezza in una
vicenda dai risvolti torbidi in attività di spionaggio bellico e intrighi
internazionali prima e nell’inefficienza in una probabile azione di recupero
della statua da parte dello Stato italiano poi. Questo libro è un riesame delle
prove che per ottant’anni hanno attribuito a Taranto la provenienza della
statua e che alla luce di prove note, trascurate o di alcune ancora sconosciute
che indicano invece come territorio di provenienza la colonia magnogreca di
Locri come origine più probabile. Una narrazione condotta con rigore storico e
allo stesso tempo avvincente ci accompagna attraverso le varie peripezie subite
dalla statua e attraverso personaggi più o meno invischiati
nell’ingarbugliatissima faccenda. Il libro è scritto benissimo e accompagna il
lettore attraverso le vicissitudini e lo aiuta a leggere documenti altrimenti
utili solo agli addetti ai lavori. D'altronde la bravura dell’autore si vede
proprio nel metodo che ha per rendere il libro fruibile a tutti. Dicevo della
scrittura impeccabile del libro e non sono solo io a dirlo ma anche studiosi ed
archeologi che hanno avuto l’opportunità di leggerlo qualche giorno prima per poter
intervenire alla presentazione. Leggere per scoprire nuove ipotesi e cercare di
verificare i fatti alla luce di tutto ciò che è emerso fino ad oggi. Grazie a
Pino Macrì e a quanti hanno contribuito e collaborato. E la statua? Beh la
statua è tutt’ora custodita nel museo di Berlino dal lontano 15 dicembre 1915.
Mentre il giorno di presentazione del libro è stato il 15 dicembre 2015 a
cent’anni dalla prima esposizione del museo. A presto e buone letture a tutti.
“Sulle tracce di Persefone due volte rapita” di Giuseppe
Fausto Macrì – Laruffa Editore
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