giovedì 14 luglio 2016

“Qui” di Richard McGuire



Alcuni giorni fa il mio amico, nonché fratello di letture e scritture, Emanuele Cherubini manda un post su fb tratto dalla rivista “Il libraio”, parla di un fumetto, ma, com’è suo solito, riesce ad instillare la fatidica pulce nell’orecchio, commento il post incuriosito e dichiaro che a breve lo avrei comprato. Chi conosce Emanuele sa che è davvero imprevedibile ma soprattutto generoso e l’affetto per i suoi amici è sempre molto tangibile, per farla breve dopo qualche giorno ci incontriamo e… “Qui” era già nelle mie mani, aveva pensato di regalarmelo. “Here” questo il titolo originale di una serie in bianco e nero in 36 vignette quando appare per la prima volta nel 1989 sul nr. 1 della seconda serie di Raw (rivista USA dedicata al fumetto) diventa dopo ben venticinque anni un libro di 320 pagine e a colori. Piacevolmente colpito dai disegni - mi ricordano, per certi versi, la pittura di Edward Hopper – scorro le pagine senza un impegno preciso, ne sono molto attratto e le pagine oltre ad avere sempre lo stesso sfondo, sembra una quinta di teatro raffigurante una stanza con un caminetto, ci sono delle altre finestre con altri disegni, vari livelli, vari momenti e su ognuno in alto a sinistra una data. Comprendo una storia con un nesso ma fatico non poco a creare un meccanismo di lettura scorrevole. Poi tutto comincia a diventare più comprensibile. È un fumetto ma non è un vero e proprio fumetto. La storia si sposta negli anni ma non in ordine cronologico e tutte le potenzialità narrative sono state sconvolte. Mi sono sorpreso a leggere il libro nella stanza da letto di mio nipote e mi sono sentito proiettato nel passato, quando questa stanza era lo studio di sua madre (mia sorella), tutto come ora ma senza letto e armadio. Una scrivania, una libreria, una cassapanca, senza accorgermene ho smesso di leggere il libro, la stanza era ora la stanza da letto di mia sorella, poi, ancora più avanti era un grande ripostiglio-stireria con guardaroba tre cassapanche, asse da stiro. Ancora più avanti negli anni un piccolo salotto io e i miei amici a suonare e poi ancora stanza da letto (la mia) e poi ancora vidi la stanza così com’era, la stanza di mio nipote. Finalmente riuscì a capire che il vero protagonista di “Qui” è il tempo. Il libro mi aveva portato a ragionare e a percepire lo scorrere del tempo, non senza conseguenze, un bel pugno nello stomaco – non che mi piaccia soffrire – forse inconsciamente avevo voglia di rivivere determinati momenti. In questo libro non c’è una linea temporale da seguire, il passato e il presente, nonché il futuro, si intrecciano. Lo scorrere del tempo, in un disordine supremo riesce a dominare la storia e le varie epoche che la casa ha vissuto. Non è altro che il rifugio dei nostri affetti. La storia parte da tre miliardi e cinquecentomila anni fa fino ad arrivare nel ventiduemila d.C. Una dilatazione temporale davvero impressionante. Dalla nascita della terra fino all’estinzione dell’umanità. Un libro potenzialmente infinito se si guarda poi la versione elettronica, grazie alla quale si possono rimescolare le scene, si avranno un numero altissimo di combinazioni. “Qui” è un lavoro durato circa quindici anni e si percepiscono varie teorie quantistiche, è un libro che riesce ad abbattere i confini della narrazione e ne espande l’universo, congela il tempo per raccontarne lo scorrere. L’elemento fisso è la stanza ma anch’essa cambia in funzione del tempo. Spero che Richard McGuire si scateni in altri esperimenti del genere con “Qui” – per me – è stato grande. Ah dimenticavo esiste anche un breve video su YouTube ma perdonatemi non ho memorizzato la pagina. Mi sono anche chiesto come sarebbe stata una trasposizione teatrale di questo lavoro, ma ho scacciato subito l’idea perché ho pensato alla mia amica Stefania Piumarta, che mi dice sempre che sono un tipo impossibile mentre sto facendo una cosa penso già alle prossime ventisette. Spero di non avervi annoiato e vi ringrazio per l’attenzione abbiate pazienza presto partirò per delle famose isole disabitate. Un abbraccio a tutti.



2 commenti:

  1. Sarà che amo Hopper... che bella recensione Memmo!

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  2. Hopper è davvero grande e scusami se ti rispondo solo ora. purtroppo questo blog non fa che crearmi problemi. ultimo inserimento la recensione del romanzo "la ricetta segreta per un sogno"

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