Bruno Larosa con la sua attenta e
minuziosa narrazione riesce a rendere palpabile l’aria che si respira nei
palazzi di giustizia e altrettanto palpabili gli stati d’animo e i sentimenti
dei vari personaggi. È un libro da leggere? A parte i sentimenti di profonda
amicizia, radicata negli anni della nostra giovinezza, che mi legano a Bruno, è
un libro che mi è piaciuto molto e credo sarà apprezzato oltre che dagli
addetti ai lavori – avvocati e magistrati – anche dagli altri lettori e questo
sicuramente grazie alla bravura e al modo di porgere l’argomento di chi ha
scritto questo bel libro. Situazioni al limite del grottesco poste al lettore
con una naturalezza e un candore insospettati, eppure, questi fatti – oggi come
oggi – fanno parte dell’attualità della cronaca. L’autore ci tiene a precisare
che tutto ciò che ha scritto è opera di pura fantasia e fa bene a farlo perché
il racconto rispecchia molto il costume e il malcostume che, ormai da molti
anni serpeggia nel nostro paese. Mi piace molto poi la frase di Primo Levi ne
“La tregua” che Bruno ha inserito come inizio del settimo capitolo: “la
vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla
colpa commessa da altri, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta
irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona
sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa”.
“Magistrati” di Bruno Larosa –
Edizioni CentoAutori
Bravo Bruno e brava anche
Giovanna Izzo per la copertina
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